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PENSIERINO DELLA NOTTE : MA IL NOSTRO CHE CALCIO E' ?

25/10/2015
( Dal libro : io speriamo che me la cavo, di Marcello D'Orta ) " A me, io lo sport che preferisco di più e il calcio, perché si segnano molti gol, mentre nello sci e nel cavallo non si segna neanche un gol" Nel tema, seppur colmo di errori, del ragazzino c'é del vero, in Italia si segnano molti gol, occorre sfatare il luogo comune di campionati noiosi e con troppa tattica. Da noi, specialmente in serie A si segna più della Liga, più della Premier League più della Ligue, ma chiediamoci anche che calcio é il nostro, quali sono i suoi mali e quale sarà la sua fine, senza fare discorsi tetri, funerei circa il suo status, ma facendo una pur breve analisi, in modo da avere uno specchio più chiaro della situazione. Quindi io penso che il livello dei nostri campionati, sia insufficiente, scadente anche nelle sue eccellenze e non da pochi anni, ma almeno dal 2006, anno in cui una catastrofe giudiziaria ( sportiva e non solo) si é abbattuta sulla principale Società e su tutta una serie di esponenti del calcio nostrano. E però, trincerarsi dietro quel vespaio che fu Calciopoli, mi sembra troppo semplicistico e riduttivo. C'é che, guarda caso, da anni il nostro calcio é fatto di unità lavorative (calciatori ) scadenti, con poca tecnica e visione di gioco, dove questi pseudocampioni, con poco talento e strapagati, non capiscono che fare gol, non dà loro diritti speciali o privilegi nella vita sociale. Non da meno ci sono dirigenti, o pseudo tali, che hanno creato crisi patrimoniali catastrofiche anche tra sodalizi importanti, non possedendo virtù, conoscenze e capacità delle politiche finanziarie, inseguendo filosofie diverse e pericolose, senza particolare attenzione ai bilanci societari, riducendo di molto anche l'appeal del nostro prodotto calcio all'estero.Troppi di questi addetti ai lavori, in mancanza di un elemento fondamentale anche per il calcio, quale il denaro, con un certo snobismo ed una certa mentalità, schiavi di una visione ormai superata e preda delle tifoserie, hanno preteso di allestire squadre competitive. Non si può neppure dimenticare l'inadeguatezza degli organi di gestione dei diritti TV. Ed in questo calcio spezzatino, cosa si può dire della Lega, colma di corpi estranei al cacio con una mentalità conservatrice e serbatoio di poltrone. Come si può tacere del nostro calcio giovanile che scimmiotta in maniera radicale e dannosa il professionismo vero e proprio, con allenatori che saltano per uno screzio con la dirigenza o al primo risultato negativo, dove vi é l'esasperazione della tattica, dove lo 0-0 é considerato un risultato gratificante, dove si insegna a vincere ad un livello molto basso, senza preoccuparsi di formare calciatori veramente competitivi. Come si può non accorgersi della corsa ai talentini, diciamo così esotici ,in erba che impedisce la crescita dei nostri ragazzi. Cosa possiamo dire poi delle plusvalenze. Per chiudere poi questo dolente taccuino, vogliamo ,una volta per tutte, affrontare in maniera seria il problema dei nostri stadi che sono brutti e cadenti ed in preda alla criminalità che si camuffa sotto l'appellativo di " Ultras ). Chi mi legge, come al solito, mi taccerà di un fastidioso qualunquismo, ma , forse, avere le idee chiare su cosa è stato fatto e si sta continuando a fare, serve per costruirsi un orizzonte chiaro e preciso su tutto quello che bisognerà evitare di fare in futuro. In ultimo mi chiedo, perchè nonostante tutto, il nostro sia un calcio malato, si continui a dargli molta importanza, perché continua ad essere , per gli sportivi italiani, la più importante delle cose meno importanti.Non é facile da spiegare. Io penso che non esista un motivo vero per questo nostro strano amore per il calcio, non é una nostra scelta, è che siamo innamorati di questo gioco fin dalla nascita,l'abbiamo nel sangue. E' la metafora della vita é la nostra dimensione esistenziale.

Vittorio Patruno

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