INFORMACALCIO

ARTICOLI REGIONALI

ANTONIO MAZZAGATTI SCOPRITORE DI TALENTI

26/4/2016
Il calcio che per me é più di un hobby, mi porta sempre più spesso ad esplorare l'universo calcistico , in cerca di storie, emozioni e personaggi che orbitano nell'industria più amata dagli italiani. Nei giorni scorsi ho conosciuto Antonio Mazzagatti e la sua é una storia che vale la pena di raccontare, una storia incredibile di un amore senza confini per il calcio, una storia che potrebbe farci rimanere increduli. Antonio Mazzagatti é un cinquantaseienne milanese , con un passato illustre nel calcio, che ha occupato il ruolo di osservatore per Italia, Francia , Svizzera, Portogallo, Belgio, Germania ,Polonia ed Olanda dal 1999 al 2007 all'Udinese Calcio SPA, dal 2007 al 2009 all'AC Siena, dal 2009 al 2010 al Chievo Verona, dal 2010 al 2011 al Lugano Calcio come coordinatore degli osservatori ed analizzatore delle squadre avversarie ed infine dal 2011 al 2014 al F.C. Bologna sempre come osservatore . In questa sua attività Mazzagatti ha avuto il merito di portare ad essere protagonisti calciatori italiani e stranieri agli inizi sconosciuti come Inler, Kharja, Motta, Morosini, Sforzini, Rosi e molti altri. La passione per il calcio é nata e cresciuta in lui sin da bambino, nel suo condominio , calciando contro il muretto di casa, e dando vita con i suoi piccoli amici di quartiere a partite interminabili, su campetti improvvisati, con le porte segnate a volte con maglioni o con le bluse di scuola. Caldo o freddo non esistevano, le partitelle terminavano al calar del sole, quando sentivano le voci minacciose ed imploranti dei genitori che li invitavano a smettere con quel gioco che oltretutto rovinava le scarpe, che all'epoca costavano una fortuna. Il calcio di strada per Mazzagatti è stato il suo " imprinring " che lo ha fatto appassionare allo sport che tutti noi amiamo , é stata la sua palestra , dove giocare, divertirsi ed apprendere era davvero facile. Da giovane lo troviamo a giostrare nel calcio dilettantistico con le casacche del Cesate, Garbagnate e tante altre, fino all'età di trentasette anni. Il nostro aveva già capito che da calciatore non avrebbe mai avuto successo, ma il calcio fa parte del suo Dna ed incomincia a credere che la passione per questo sport é un grande propellente per raggiungere un obiettivo importante anche se in un altro ruolo, poichè sa che nel suo bagaglio ci sono capacità tecniche, tattiche, educative, organizzative, psicologiche e comunicative . E' dotato di competenze ed empatia , diventa osservatore e talent scout. Mazzagatti diventa un vero scopritore di talenti, perché sa osservare oltre l'ovvio, ossia riesce a scorgere quei particolari , quelle qualità nascoste , le attitudini non manifeste di un calciatore che altri non riescono a vedere, non si limita ad una semplice osservazione. Si reca più volte sugli stessi campi per acquisire riferimenti dei giovani calciatori, per cercare di non sbagliare nel giudizio, non vuole giudicare frettolosamente un ragazzo, il suo non vuole essere un giudizio emozionale. E' proiettato più volte anche all'estero per cercare di studiare i modelli di quei paesi che si sono enormemente evoluti, dando valore altissimo ai vivai dei settori giovanili, pur sapendo che realizzare un modello italiano é un'utopia per mancanza di moderne infrastrutture e di progettualità condivise. Ma Mazzagatti sa che tutto ciò lo arricchisce di conoscenze che potrebbero servire in futuro, perché l'Italia calcistica sta vivendo una posizione di stallo, di involuzione verso i settori giovanili , ma che sarà giocoforza per i nostri club avere un atteggiamento più propositivo verso le nostre giovani promesse che potranno dare una spinta a portare in auge il nostro calcio . Risulta così palese quanto possa essere difficile il lavoro del talent scout perché le risorse calcistiche sono come le risorse naturali, giacciono in profondità, bisogna andarle a cercare, per cercare le condizioni affinché queste si manifestino. E Mazzagatti nella valutazione dei giovani non si limita alla caratteristica che "sta nei piedi" fa sempre un'analisi profonda tecnico coordinativa, condizionale, tattica, comportamentale, reazionale e di concentrazione. Non si limita a scoprire il talento, ma gli insegna o consiglia come usarlo, attraverso appunto questa analisi. Cerca di dare al talent scout un ruolo più innovativo , più moderno nell'osservare i calciatori. Dopo tutto questo tempo passato in trincea, sempre sotto pressione, Mazzagatti decide di prendersi un po' di tempo per rigenerarsi. E a questo punto BANG, apriti cielo. Nel calcio appena ti fermi, prendono le distanze. Tutto il lavoro di Mazzagatti non é bastato, perchè oggi anche lui fa parte della schiera di allenatori, manager e talent scout dimenticati. Sarà un fatto di coincidenze ?. Come é possibile pensare che personaggi in odore di santità calcistica fino a qualche tempo fa possano essere usciti in silenzio nel mondo del calcio professionistico dopo due anni di inattività ?. Antonio Mazzagatti con la saggezza morbida di uno che ne ha viste e sentite tante, imparando sempre qualcosa, non si dà per scomparso, ma sicuramente dimenticato senza aver avuto particolari colpe, salvo quella di non aver tenuto i contatti che servivano, di non essere riuscito ad accattivarsi le simpatie della gente con le telefonate, o un atteggiamento di particolare disponibilità, uscendo così da certi giri. Tutto ciò cari lettori nel calcio non é normale, é di più ,una regola. Quasi che la serietà e la professionalità a volte ti fanno perdere un incarico. Mah !!!. Oggi Mazzagatti in assenza di un incarico e preparandosi al meglio per una futura chiamata, dedica il suo tempo libero all'aggiornamento, andando a vedere partite, allenamenti, leggendo riviste specifiche e confrontandosi con allenatori. Se questo é il calcio .....

Vittorio Patruno

Bacheca annunci

Link