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FARE IL CALCIATORE : VALE LA PENA ?

25/3/2016
Rispondo alla domanda che più di un giovane mi ha posto : vale la pena di fare il calciatore? Direi di NO, se non si ha la stoffa del campione, o se non intervengono congiunzioni astrali, assai rare che portano un ragazzo a giocare in un club importante e serio. Direi di NO, anche se prodotti delle giovanili di squadre professionistiche , anche se fanno parte della Primavera, campionato che così come é concepito, non serve a nulla, non é per niente formativo, e se non si ha un gran talento si viene poi accasati in club di Terza Serie, magari di bassa classifica, per poi finire ai margini. Direi ,per questo motivo, quindi ancora di NO, che non vale la pena essere l'ingranaggio di quell'universo chiamato calcio italiano dilettantistico o semiprofessionistico, perché si rischia di entrare in quella generazione di calciatori usa e getta, stritolati nel perverso meccanismo che c'é dietro. Mi spiego meglio, la politica degli incentivi dati alle società che impegnano un certo numero di Under. introdotta dalla Lega Pro, oltre che abbassare il trend tecnico del campionato , già di per sé molto basso, ha finito per creare una classe di giocatori che vengono schierati fino ai venti, ventuno anni, per essere poi cacciati via, una vota superati i limiti di età.Ben presto questi giovani calciatori si renderanno conto che i loro sacrifici sono serviti a niente, e si troveranno in mezzo ad una strada, e ancor più grave, il più delle volte senza aver avuto una particolare scolarizzazione. Con quale prospettiva poi ?. Quella di far parte di qualche formazione di Promozione o Eccellenza, dove le entrate non sono affatto certe, dove tutto é legato alle prime gare stagionali, e se il campionato va bene allora uno é fortunato, altrimenti la dirigenza inizia a congelare i rimborsi, pagarli la metà di quanto pattuito, pagarli con grandi ritardi, o non pagarli del tutto, ed uno si trova a giocare gratis per i mesi successivi, perché nel calcio dilettantistico non esiste alcuna vera tutela per i giocatori. In questo mondo calcio dilettanti infatti circolano anche personaggi "Manzoniani " poco corretti, pronti a tutto pur di vedere realizzato il proprio ego, il proprio egoismo, che sono capaci anche di provocare passioni inaudite ma altrettanti divorzi lampo, e mal che vada fanno fallire il club, e di esempi é pieno il nostro bel Paese . E se a uno venisse voglia di cambiare, di tesserarsi per altra società, deve affrontare la "gogna" dello svincolo, dove nel tira e molla tra il sodalizio di appartenenza e il calciatore é quest'ultimo destinato a soccombere, smettendo di giocare, a meno che abbia una famiglia alle spalle pronta a sostenerlo, diventando però un giocatore minore, talmente minore che per giocare paga lui. Dunque con quale approccio un giovane si può avvicinare alla carriera di calciatore ?. Tutto ciò per famiglie e i rispettivi ragazzi , che assieme affrontano sacrifici per arrivare a fare il calciatore, é frustrante, semplicemente vergognoso, fa paura, e fa paura anche a me nel calcio di questo Paese in cui sono nato, in cui sono cresciuto ed in cui vivo, Forse però un piccolo, insignificante esame di coscienza lo possiamo fare tutti, tutti quelli che hanno la passione "pallonara" o meglio " calciofila", per chiederci, per capire, per intuire se possiamo davvero fare qualcosa per guarire il mondo di questo gioco che tanto amiamo. Sarebbe proprio un buon inizio !!!!.

Vittorio Patruno

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